Chirurgia Maschile

Ginecomastia 

Tra gli interventi di chirurgia maschile a Napoli, molto comuni sono quelli relativi all’ipertrofia mammaria nel sesso maschile che prende il nome di Ginecomastia, nel caso di incremento della componente ghiandolare e/o un’eccedenza di tessuto adiposo. Nella consultazione iniziale il chirurgo valuterà il grado e il tipo di ginecomastia, farà poi un’anamnesi accurata, per raccogliere storie di terapia ormonali o a base di steroidi, che potrebbero essere una possibile causa di insorgenza. Può essere utile una ecografia mammaria o talvolta una mammografia per valutare la quantità di tessuto adiposo e di ghiandola presenti al fine di indirizzare il più corretto approccio terapeutico.

Le complicanze sono rare ed essenzialmente quelle di un qualsiasi intervento chirurgico, va comunque considerata la possibilità di: ematomi, infezioni, perdita di sensibilità al capezzolo, asimmetrie correlate ad anomalie del processo di guarigione e/o cicatrizzazione e consistono in lievi differenze nella forma e dimensioni dei due emitoraci.

Il dolore nel post-operatorio è ben controllato con i farmaci analgesici. All’uscita dalla sala operatoria viene applicata una guaina compressiva che dovrà essere indossata notte e giorno per circa quattro/cinque settimane. Una profilassi antibiotica è prevista per circa una settimana.

 

I drenaggi, ove presenti, sono rimossi normalmente dopo ventiquattro o quarantotto ore. Le suture esterne vengono rimosse a partire dalla decima-dodicesima giornata post-operatoria. E’ possibile effettuare una doccia solo dopo la rimozione totale dei punti di sutura. Per i primi giorni è bene non sottoporsi a sforzi fisici eccessivi, per almeno due settimane si raccomanda di non compiere movimenti con le braccia e non sollevare pesi. Si può ricominciare a praticare sport dopo circa quattro settimane. Va ricordato, inoltre, che l’esposizione al sole è assolutamente vietata per almeno sei mesi. Informazioni più dettagliate sulla chirurgia maschile a Napoli legate al proprio caso clinico vanno discusse con il chirurgo in fase di consultazione.

 

Fimosi​

“Restringimento del prepuzio”: è questa le definizione più classica che viene attribuita alla fimosi. In realtà, come vedremo nella trattazione dell’articolo, la condizione potrebbe nascondere disturbi più gravi di una “semplice” stenosi (restringimento) prepuziale, non tanto per la fimosi in sé, piuttosto per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non è preciso parlare di vera e propria malattia, poiché la fimosi indica piuttosto una peculiarità della morfologia anatomica genitale maschile, tale da originare possibili complicazioni o malattie.

Generalità

vero e proprio scoperchiamento del glande, rendendo dolorosi non solo i rapporti sessualicutaneo retrattile che avvolge il glande del pene: in caso di fimosi, la stenosi prepuziale impedisce il Il prepuzio rappresenta il foglietto muco-

(dispareunia), ma anche la sempliceerezione. Nella fimosi grave, l’uomo potrebbe lamentare addirittura fastidio o dolore alla minzione: in simili frangenti, il paziente potrebbe incorrere anche in un progressivo restringimento del meato uretrale (orifizio esterno dell’uretra, ubicato all’estremità del pene).

In altre parole, la fimosi rappresenta una condizione anatomica in cui le dimensioni del foglietto

prepuziale non sono sufficienti per il corretto scorrimento del glande.

Classificazione

Esistono più tipologie di fimosi: a tal proposito, si possono individuare diverse sottocategorie:

Fimosi congenita: la stenosi prepuziale è presente sin dalla nascita. In simili circostanze,

l’intervento chirurgico è consigliato solamente quando la fimosi degenera nella forma serrata (il

paziente lamenta serie difficoltà ad urinare) o quando la conformazione del prepuzio è tale da

impedire la corretta igiene intima . Le terapie consigliate per rimediare alla fimosi sono

contraddittorie: alcuni medici consigliano l’esercizio di scorrimento ai soggetti che presentano

fimosi, utile per aumentare l’elasticità della pelle ; per contro, alcuni testi sconsigliano la

cosiddetta ginnastica prepuziale, in particolare ai bambini, considerata addirittura la più

comune causa di fimosi acquisita. [tratto da Chirurgia pediatrica. Approccio e gestione del

bambino con problemi chirurgici di G. B. Parigi].

Fimosi acquisita: occasionalmente insorge in seguito a processi flogistici al glande/prepuzio

( balanopostite , balanite xerotica obliterans), infezioni batteriche genitali,

dermatite ammoniacale e, talvolta, anche a causa della ginnastica prepuziale sopra citata. In

condizioni affini, non è raro che il paziente lamenti un progressivo restringimento del prepuzio:

quando la condizione peggiora, il paziente solo difficilmente è in grado di coprire nuovamente il

glande con il foglietto muco-cutaneo prepuziale. In tal caso, è consigliato il trattamento

chirurgico.

Fimosi non serrata: lo scoperchiamento del glande è possibile, seppur parzialmente, durante

l’erezione. In simili circostanze, la condizione potrebbe evolvere in parafimosi (soffocamento del

glande), da cui deriva l’impossibilità di rivestire nuovamente il balano stesso.

Fimosi serrata: la forma di fimosi che provoca maggiori disturbi fisico-psicologici nell’uomo,

poiché provoca non solo dolore alla minzione, ma anche un pene flaccido, che in alcune

circostanze potrebbe rappresentare un disturbo notevolmente imbarazzante e spiacevole.

Complicanze della fimosi

La fimosi, come già analizzato, non è una malattia ma una particolare conformazione anatomica dei

genitali maschili: in presenza di fimosi, il paziente risulta maggiormente a rischio di

balanopostiti, postiti o balaniti in forma acuta, poiché viene facilitato il ristagno di smegma o di urina in

situ, a sua volta possibile fattore scatenante per le infezioni. Il prepuzio appare dolente, talvolta

pruriginoso, arrossato; spesse volte, dal meato uretrale, fuoriesce una sostanza giallastra che crea

irritazione.

Una cascata di eventi a catena, quindi che, peggiorando, potrebbe generare dolorose calcificazioni a

livello del foglietto prepuziale interno. In simili frangenti, sembra che il paziente sia maggiormente a

rischio di forme neoplastiche a livello genitale (es. carcinoma al pene).

Quando la fimosi è accompagnata da frenulo breve , in genere il paziente viene sottoposto ad

una circoncisione o ad un’operazione di allungamento del frenulo.

La parafimosi, sopra accennata, consiste nello strangolamento del glande e potrebbe complicare la

fimosi preesitente. La parafimosi potrebbe essere causa di congestione del glande e di edema a livello

del prepuzi, per poi generare a sua volta ulcerazione e necrosi del tessuto prepuziale. È consigliato

l’intervento chirurgico, la circoncisione oppure un intervento di chirurgia plastica volto ad allargare

l’orifizio prepuziale. [tratto da Chirurgia, volumi 1-2 di R. Dionigi].

Diagnosi

La diagnosi si basa sull’osservazione clinica, che dev’essere effettuata dal medico; in genere non sono

necessarie biopsia od altri esami invasivi, fatta eccezione per quei pazienti che, oltre a presentare

fimosi, lametano anche difficoltà e bruciore durante la minzione. In quest’ultimo caso, è consigliato un

esame più approfondito alle vie urinarie, associato ad una flussometria , ovvero la misurazione del volume di urina escreta per unità di tempo.

Terapia

Non esistono terapie mediche in grado di curare la fimosi. Per cui, il solo tipo di trattamento di questa patologia è di esclusiva pertinenza chirurgica e consiste nell’ intervento di circoncisione.

Questa operazione consiste nella rimozione della parte di prepuzio ristretta (“fimotica”) che ostacola lo scoprimento del glande. A seconda della porzione di prepuzio che è interessata dalla fimosi si potrà procedere ad una circoncisione parziale (anche detta plastica del prepuzio) che determina una situazione in cui il glande potrà essere parzialmente ricoperto dopo l’ operazione, oppure ad una circoncisione totale, in cui invece il glande rimane definitivamente scoperto.

Personalmente cerco sempre di effettuare, laddove sia tecnicamente possibile, una circoncisione parziale, intervento certamente maggiormente conservativo che si ripercuote in modo meno drastico sullo stile di vita del paziente.

Generalmente, la fimosi congenita non rappresenta una condizione grave, quindi, a meno che il paziente non riscontri altri disturbi, non è necessario alcun intervento chirurgico, né altri trattamenti.

In caso di fimosi appena accennata, il medico potrebbe prescrivere al paziente pomate a base di sostanze steroidee, associando pochi e delicati movimenti volti a scoprire il glande, che non devono essere frequenti, poiché potrebbero addirittura aggravare la condizione.

Nei pazienti che, oltre a presentare stenosi prepuziale, manifestano un evidente disturbo della minzione, la circoncisione potrebbe essere una soluzione efficace: in casi analoghi, infatti, l’incapacità di urinare in modo naturale e semplice potrebbe provocare serie complicanze, in particolare a livello​ renale.

Altra opzione per il trattamento della fimosi, in sostituzione alla circoncisione, è rappresentata
dall’allargamento dell’orifizio prepuziale e/o dall’allungamento del frenulo breve.