Chirurgia Ricostruttiva

Tra gli interventi di chirurgia ricostruttiva a Napoli il dott. Pagano si occupa specialmente della ricostruzione mammaria e del trattamento di cicatrici ipertrofiche e cheloidi. La ricostruzione mammaria è un intervento chirurgico che segue all'asportazione della mammella, o di parte di essa, in seguito ad un tumore o ad altra malattia. Le nuove tecniche oggi a disposizione consentono al chirurgo di poter ricostruire una mammella molto simile nella forma e nella consistenza a quella di una mammella naturale. L'intervento può essere eseguito contemporaneamente alla mastectomia nella stragrande maggioranza dei casi. Naturalmente a patto che esista una collaborazione fra chirurgo generale (che compie l'atto demolitivo) e chirurgo plastico che ricostruisce. In tal modo si evita alla paziente la drammatica esperienza di vivere per un periodo della propria vita senza seno. La ricostruzione mammaria non è una procedura chirurgica semplice e la scelta della tecnica da adottare va personalizzata alla paziente dopo un attento esame del singolo caso clinico. Le migliori candidate alla chirurgia ricostruttiva a Napoli sono le pazienti che hanno tumori di piccole dimensioni e che quindi possono considerare l'atto demolitivo con buona probabilità come definitivo. Oltre alle complicanze generiche di tutti gli interventi chirurgici (infezioni, sieromi, ematomi, etc.), in relazione alla metodica impiegata, si possono avere delle complicanze specifiche. Nella ricostruzione con espansore tissutale, tra le complicanze specifiche, va ricordata l'estrusione della protesi. Le protesi mammaria poi possono dare contrattura capsulare, che talvolta può richiedere un ulteriore intervento di correzione. È importante sottolineare come la ricostruzione non determini in alcun caso una recidiva (ripresa di malattia) e che non interferisce con eventuali terapie adiuvanti(chemioterapia,radioterapia). Le donne che non hanno una ricostruzione immediata, vivono un periodo di riadattamento emotivo determinato dalla loro nuova situazione, possono essere ansiose ed emotivamente instabili e molto spesso arrivano da sole alla determinazione di sottoporsi all'intervento ricostruttivo.

L’intervento chirurgico

L’idea della ricostruzione mammaria si affaccia alla mente contestualmente con la diagnosi del tumore. Idealmente per la paziente la condizione ottimale sarebbe costituita dalla collaborazione professionale tra il chirurgo demolitore e quello ricostruttore che insieme dovrebbero pianificare la strategia per eseguire l’intervento chirurgico piú idoneo alla paziente, nel rispetto della radicalità oncologica e del miglior risultato estetico. Ogni paziente ha, in rapporto al tipo, sede e dimensioni del tumore; all’anatomia e alle condizioni locali dei tessuti; alle condizioni generali ed all’età della paziente, un intervento di scelta. Le opzioni sono essenzialmente tre:
-espansionetissutale;
-lembo muscolo-cutaneo (latissimo del dorso) con protesi;
-lembo muscolo-cutaneo (retto addominale) senza protesi.

 

ESPANSIONE TISSUTALE

È la metodica più frequentemente utilizzata e prevede l’inserimento, in una tasca sottomuscolare, di un dispositivo definito espansore tissutale. Si può eseguire sia nelle ricostruzioni immediate che tardive. Una volta posizionato il dispositivo, si procede al suo riempimento (con soluzione salina) attraverso una valvola che può essere incorporata all’impianto o posta a distanza e collegata ad esso mediante un tubicino di raccordo. Il riempimento, che viene eseguito ogni settimana ( ambulatorialmente), determina la distensione dei tessuti. Una volta che la tasca si sia distesa a sufficienza, si procede al secondo intervento nel quale si sostituisce l’espansore con una protesi definitiva. La ricostruzione del complesso areola-capezzolo avviene in un secondo tempo.

 

LEMBO MUSCOLO-CUTANEO DI LATISSIMO DORSO


Questa metodica viene utilizzata quando l’intervento demolitivo ha sacrificato gran parte dei muscoli pettorali o anche quando i tessuti del torace sono troppo poco rappresentati per sopportare un’espansione. Il muscolo viene trasferito dal dorso portando con sé o meno, un’isola cutanea in modo da fornire nuova stoffa alla regione anteriore e sufficiente copertura alla protesi.

 

LEMBO MUSCOLO-CUTANEO DI RETTO ADDOMINALE


Questa metodica si attua quando si presenta la necessità di fornire stoffa alla parete toracica in seguito ad interventi particolarmente demolitivi o se la paziente rifiuta la ricostruzione con materiale protesico. Quest’intervento può prevedere il trasferimento del lembo muscolo-cutaneo anche con intervento microchirurgico. Non necessità mai dell’impiego di una protesi aggiuntiva, né di intervento di adeguamento della mammella controlaterale in quanto si può, in prima istanza, creare una mammella di forma e volume molto simile alla controlaterale.

 

L’Anestesia


L’intervento di ricostruzione mammaria viene eseguito sempre in Anestesia Generale.

 

Il post-operatorio


Il post-operatorio è in stretta correlazione con il tipo di intervento ricostruttivo. Maggiore è la mobilizzazione dei tessuti, maggiori le conseguenze in termini di dolore, edema, ritardo nella ripresa delle attività. La dimissione può avvenire da due a sette giorni dall’intervento. Possono esserci tubicini di drenaggio. Il dolore è sempre molto ben controllato dalla terapia farmacologica. I punti di sutura vengono rimossi da una settimana a dieci giorni.

 

Il nuovo aspetto


La premessa è che un ottimo intervento di Chirurgia Plastica può garantire un fantastico risultato a paziente vestita, e per vestita si intende con un costume da bagno, con un reggiseno o con un abito da sera con una generosa scollatura, ma mai a paziente nuda. Infatti ci sono grandi possibilità che all’occhio della paziente la neo-mammella possa sembrare piú piatta o piú rotonda della mammella controlaterale. È possibile che il profilo non sia lo stesso di prima dell’intervento o che il colore dei tessuti non sia esattamente lo stesso della mammella controlaterale. Ma queste differenze appaiono solo all’occhio della paziente, e possiamo aggiungere che è sempre vero che la ricostruzione mammaria cambia drasticamente in meglio la vita.

 

Le cicatrici ipertrofiche sono in genere esiti di traumi, ustioni o interventi chirurgici.

Si differenziano dai cheloidi poiché l’ispessimento cicatriziale segue la linea della cicatrice senza ramificazioni o diffusione laterale. Le zone più interessate sono la zona sternale interscapolare e auricolare. Entrambe le patologie vengono in genere trattate con infiltrazioni locali di corticosteroidi con eventualmente associazione di trattamenti laser. É invece sempre sconsigliata l’esportazione chirurgica.

Utili nel trattamento delle cicatrici ipertrofiche e dei cheloidi sono l’utilizzo di creme specifiche e guaine compressive. I cheloidi hanno una tendenza alla recidiva e al peggioramento molto superiore a quello delle cicatrici ipertrofiche, anche dopo un corretto trattamento. Pertanto il medico deve essere molto più cauto nella scelta della strategia terapeutica.