L’intervento chirurgico
L’idea della ricostruzione mammaria si affaccia alla mente contestualmente con la diagnosi del tumore. Idealmente per la paziente la condizione ottimale sarebbe costituita dalla collaborazione professionale tra il chirurgo demolitore e quello ricostruttore che insieme dovrebbero pianificare la strategia per eseguire l’intervento chirurgico piú idoneo alla paziente, nel rispetto della radicalità oncologica e del miglior risultato estetico. Ogni paziente ha, in rapporto al tipo, sede e dimensioni del tumore; all’anatomia e alle condizioni locali dei tessuti; alle condizioni generali ed all’età della paziente, un intervento di scelta. Le opzioni sono essenzialmente tre:
-espansionetissutale;
-lembo muscolo-cutaneo (latissimo del dorso) con protesi;
-lembo muscolo-cutaneo (retto addominale) senza protesi.
ESPANSIONE TISSUTALE
È la metodica più frequentemente utilizzata e prevede l’inserimento, in una tasca sottomuscolare, di un dispositivo definito espansore tissutale. Si può eseguire sia nelle ricostruzioni immediate che tardive. Una volta posizionato il dispositivo, si procede al suo riempimento (con soluzione salina) attraverso una valvola che può essere incorporata all’impianto o posta a distanza e collegata ad esso mediante un tubicino di raccordo. Il riempimento, che viene eseguito ogni settimana ( ambulatorialmente), determina la distensione dei tessuti. Una volta che la tasca si sia distesa a sufficienza, si procede al secondo intervento nel quale si sostituisce l’espansore con una protesi definitiva. La ricostruzione del complesso areola-capezzolo avviene in un secondo tempo.
LEMBO MUSCOLO-CUTANEO DI LATISSIMO DORSO
Questa metodica viene utilizzata quando l’intervento demolitivo ha sacrificato gran parte dei muscoli pettorali o anche quando i tessuti del torace sono troppo poco rappresentati per sopportare un’espansione. Il muscolo viene trasferito dal dorso portando con sé o meno, un’isola cutanea in modo da fornire nuova stoffa alla regione anteriore e sufficiente copertura alla protesi.
LEMBO MUSCOLO-CUTANEO DI RETTO ADDOMINALE
Questa metodica si attua quando si presenta la necessità di fornire stoffa alla parete toracica in seguito ad interventi particolarmente demolitivi o se la paziente rifiuta la ricostruzione con materiale protesico. Quest’intervento può prevedere il trasferimento del lembo muscolo-cutaneo anche con intervento microchirurgico. Non necessità mai dell’impiego di una protesi aggiuntiva, né di intervento di adeguamento della mammella controlaterale in quanto si può, in prima istanza, creare una mammella di forma e volume molto simile alla controlaterale.
L’Anestesia
L’intervento di ricostruzione mammaria viene eseguito sempre in Anestesia Generale.
Il post-operatorio
Il post-operatorio è in stretta correlazione con il tipo di intervento ricostruttivo. Maggiore è la mobilizzazione dei tessuti, maggiori le conseguenze in termini di dolore, edema, ritardo nella ripresa delle attività. La dimissione può avvenire da due a sette giorni dall’intervento. Possono esserci tubicini di drenaggio. Il dolore è sempre molto ben controllato dalla terapia farmacologica. I punti di sutura vengono rimossi da una settimana a dieci giorni.
Il nuovo aspetto
La premessa è che un ottimo intervento di Chirurgia Plastica può garantire un fantastico risultato a paziente vestita, e per vestita si intende con un costume da bagno, con un reggiseno o con un abito da sera con una generosa scollatura, ma mai a paziente nuda. Infatti ci sono grandi possibilità che all’occhio della paziente la neo-mammella possa sembrare piú piatta o piú rotonda della mammella controlaterale. È possibile che il profilo non sia lo stesso di prima dell’intervento o che il colore dei tessuti non sia esattamente lo stesso della mammella controlaterale. Ma queste differenze appaiono solo all’occhio della paziente, e possiamo aggiungere che è sempre vero che la ricostruzione mammaria cambia drasticamente in meglio la vita.
Le cicatrici ipertrofiche sono in genere esiti di traumi, ustioni o interventi chirurgici.
Si differenziano dai cheloidi poiché l’ispessimento cicatriziale segue la linea della cicatrice senza ramificazioni o diffusione laterale. Le zone più interessate sono la zona sternale interscapolare e auricolare. Entrambe le patologie vengono in genere trattate con infiltrazioni locali di corticosteroidi con eventualmente associazione di trattamenti laser. É invece sempre sconsigliata l’esportazione chirurgica.
Utili nel trattamento delle cicatrici ipertrofiche e dei cheloidi sono l’utilizzo di creme specifiche e guaine compressive. I cheloidi hanno una tendenza alla recidiva e al peggioramento molto superiore a quello delle cicatrici ipertrofiche, anche dopo un corretto trattamento. Pertanto il medico deve essere molto più cauto nella scelta della strategia terapeutica.