Mastopessi

Nel corso degli anni alcuni fattori quali gravidanze, allattamenti, forza di gravita, dimagrimenti, concorrono ad una ptosi (abbassamento) della mammella. La mastopessi è quella procedura chirurgica che ridona forma e posizione ad una mammella cadente. La ghiandola mammaria è riposizionata nella sede originale e modellata e la cute in eccesso è asportata. Quando la mammella è piccola, o ha perso di volume, come ad esempio dopo una gravidanza, la mastopessi può essere associata ad un inserimento di protesi. Spesso l’intervento viene richiesto dopo una gravidanza, ma se la paziente pensa di averne ancora è preferibile posporre l’intervento chirurgico. Questo non perché l’operazione interferisca con l’allattamento o con altri aspetti della gravidanza, ma perché in seguito all’aumento di volume e alla seguente atrofia post-gravidica verrebbe vanificato il primo intervento.

Prima dell’intervento

E’ consigliabile prima dell’intervento di mastopessi una ecografia ed una mammografia soprattutto nelle pazienti over 40 anni.

Sono necessarie alcune precauzioni, al fine di ridurre il rischio di complicanze.

In particolare è molto importate evitare l’assunzione di farmaci contente acido acetilsalicilico
(Cardioaspirin; Alkaseltzer; Aspirina C; Ticlopidina; Vivin C ecc).

Eliminare o ridurre il fumo almeno 15 giorni prima e dopo l’intervento, in quanto il fumo compromette la vascolarizzazione periferica ed aumenta il rischio di sofferenza cutanea).

Procurarsi un reggiseno in tessuto elastico (tipo piscina o palestra).

L’intervento chirurgico

Misure e disegni, che sono una parte essenziale dell’operazione, sono eseguiti prima che la paziente venga addormentata, in posizione eretta.
Rappresentano una guida per le incisioni durante l’intervento quando la paziente e in posizione supina.

L’operazione consiste nella rimozione di parte della cute della mammella, uno spostamento verso l’alto del complesso areola-capezzolo e rimodellamento dei tessuti in una configurazione più alta ottenendo cosi una maggiore consistenza.

Esistono diverse tecniche chirurgiche impiegabili per la correzione della ptosi mammaria, che differiscono tra loro per le cicatrici residue, la forma ottenibile, l’ uso o meno di protesi mammarie.

Nelle forme di ptosi lieve l’intervento può essere eseguito mediante l’utilizzo di una tecnica denominata round block con cicatrici solo peri-areolari.

Nelle forme di ptosi moderata la tecnica più impiegata prevede la presenza di una cicatrice circolare intorno all’ areola, ed una verticale che dall’ areola giunge al solco mammario.

Per le forme di ptosi severa, alle cicatrici già descritte per le ptosi moderate se ne aggiunge una terza, che cade all’ interno del solco sottomammario, con un disegno a T invertita. In casi selezionati, e se anche il volume è insufficiente, può essere necessario l’impiego di protesi mammarie in silicone.
Le incisioni sono suturate con materiale di sutura molto sottile.
Le cicatrici lasciate da questo intervento divengono meno evidenti con il tempo ma sono permanenti.

 

Post-operatorio

L’utilizzo dei drenaggi in aspirazione è una pratica consigliata per ridurre le complicanze; questi rimuovendo gli accumuli siero-ematici, prevengono la formazione di ematomi e/o infezioni.
I drenaggi sono normalmente rimossi dopo 24-48 ore, e non provocano dolore nè fastidio.

La profilassi antibiotica iniziata il giorno dell’intervento sarà continuata durante la prima settimana post-operatoria.

Sebbene il dolore non sia quasi mai intenso, molto più comunemente è presente un senso di fastidio ma comunque vengono sempre prescritti analgesici da assumere durante il periodo di ospedalizzazione ed a casa.

Nei primi 4-5 giorni possono comparire edemi ed ecchimosi che vengono riassorbite nell’arco di 10-15 giorni.

Già in sala operatoria viene applicato un reggiseno elasticizzato che dovrà essere indossato notte e giorno per le prime 4 settimane.

 

Possibili complicanze

Le complicanze sono rare e generalmente rispondono con prontezza ad un trattamento appropriato senza effetti sfavorevoli sul risultato finale dell’operazione.
Le infezioni si verificano molto raramente e generalmente rispondono bene a trattamento antibiotico.

E’ normale avere una ridotta sensibilità del complesso areola-capezzolo ed anche di un lato rispetto a quello contro laterale.

Tale riduzione di sensibilità tende a risolversi spontaneamente nello spazio di alcuni mesi. In alcuni casi può richiedere anche un anno o più e raramente può essere definitiva.

Occasionalmente può essere necessario una revisione di qualche cicatrice al fine di ottenere un risultato estetico ottimale.

La revisione è un intervento minore e può essere eseguito in anestesia locale, ambulatorialmente, dopo sei mesi almeno.

Dopo ogni intervento di chirurgia plastica è bene evitare l’esposizione al sole per almeno 4 settimane.

Trascorso questo periodo ci si può esporre gradualmente avendo cura di proteggere le cicatrici con una protezione solare totale.

Le cicatrici residue, che sono permanenti, divengono sempre meno evidenti con il passare del tempo. Il loro colore rossastro iniziale si schiarisce progressivamente, fino a camuffarsi con la pelle vicina nell’ arco di 6-12 mesi. Ripresa dell’attività Il ritorno alle normali attività è abbastanza rapido. É buona norma attendere almeno 1 settimana prima della ripresa graduale delle comuni attività ed interrompere per almeno 4 settimane quella sportiva.
Nel caso in cui la paziente rimanesse incinta non esistono problemi per un eventuale allattamento in quanto nessuna tecnica prevede l’interruzione dei dotti e la ghiandola rimane funzionalmente intatta.